Due donne

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Era il dicembre del 1960 quando nei cinema usciva “La ciociara”, il film di Vittorio De Sica che due anni più tardi valse il premio Oscar come miglior attrice protagonista a Sophia Loren e le cui immagini sono impresse nella memoria della maggior parte degli italiani (e non solo).

Il film è tratto dall’omonimo romanzo di Alberto Moravia pubblicato tre anni prima, un romanzo ambientato nelle terre dove lo stesso Moravia aveva trovato rifugio durante la guerra insieme a Elsa Morante, sua moglie.

Ed è appunto in Ciociaria che prende vita la storia di Cesira, giunta lì da Roma insieme alla figlia Rosetta per sfuggire agli orrori della guerra nella Capitale.

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Il prossimo 20 gennaio ad Anagni, alla Festa del Libro di Barchette di Carta, si parlerà del film e della sua storia attraverso le pagine di “Due donne” di Nicola Manuppelli e Pasquale Panella (Tempesta Editore, 2023), un libro che ricostruisce lo sviluppo del film attraverso le storie di chi ha contribuito alla sua realizzazione – o l’ha in qualche modo influenzata, più o meno volutamente. “Due donne” non vuole semplicemente essere un catalogo di luoghi, date e nomi, bensì un racconto che contribuisce a delineare il percorso che ha portato al film, procedendo per aneddoti e suggestioni istintive e partendo proprio dal romanzo da cui ha avuto origine l’adattamento.

Il punto di partenza di questo percorso è il 1943, l’anno in cui ha origine l’ambientazione della storia, e il racconto inizia con la ricostruzione delle vite di Moravia e De Sica in quegli anni, seguendo – come dichiarano gli stessi autori del libro – l’impronta di “Vite parallele”, l’opera in cui Plutarco metteva a confronto le esperienze biografiche di due personaggi celebri. Sono infatti percorsi paralleli fra loro quelli che intraprendono tra gli anni Quaranta e Cinquanta De Sica, Moravia, Loren e tanti altri che ruotano intorno al film e ad esso sono legati, percorsi che poi finiscono per culminare tutti sul set.

Il racconto segue un ritmo piacevole e costante, come un viaggio a bordo di un treno dai cui finestrini è possibile ammirare la Roma dell’epoca e i luoghi dove trovano ambientazione gli aneddoti che si susseguono uno dopo l’altro, andando a ripercorrere anche gli eventi storici più significativi a cui quegli anni fanno da cornice. Il libro, così, non opera soltanto una ricostruzione di uno dei capisaldi del cinema, ma spalanca anche le finestre su uno spaccato della storia e della cultura italiana.

Barchette di Carta vi aspetta sabato 20 ad Anagni per parlarne insieme!

Articolo di Giulia Bocchetti

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