Andata e ritorno

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Andata e ritorno

Nel mezzo della pandemia, nell’ottobre del 2020, fiorisce nella mente di Alessandro Andrelli l’idea di raccontare una storia di rivalsa, di volontà e di rinascita. La storia è quella di Francesco Perna, un vero e proprio viaggio, come suggerisce lo stesso titolo,  “Andata e ritorno“, che muove alla scoperta di sé e delle proprie capacità.

È il 13 luglio 2007 quando Francesco scopre di essere affetto da una malattia degenerativa: l’Atassia di Friedreich; questa diagnosi segna senza dubbio un momento di cesura nella sua vita, e quella che viene offerta da Francesco al lettore, attraverso le parole di Alessandro, è senza dubbio una storia che rappresenta un esempio di reazione all’inaspettato e all’impensato

È una storia questa, infatti, che si fonda sul riscatto, e sul coraggio di intraprendere una strada che non si era programmata, una storia che lascia spazio anche allo sconforto, ma che non permette a questo sentimento di sovrastare la propria esistenza, offrendo piuttosto degli spunti di riflessione sugli aspetti più positivi della stessa, a partire dall’importanza degli affetti, per finire con la scoperta delle proprie capacità.

 

Francesco infatti non si lascerà abbattere, e troverà nello sport – la handbike – l’occasione della sua vita, se si pensa agli esiti di questo percorso, sia in termini di realizzazione personale di Francesco sia alle sue implicazioni nel sociale: questa passione si concretizzerà, infatti, in un progetto, sportivo nella forma e solidale nella sostanza, finalizzato a diffondere un messaggio di inclusività, dal nome “IoNonMollo”.

Il lettore si trova, pertanto, a immergersi in questo racconto che, pur biografico, si adatta all’individualità di ciascuno, grazie all’universalità del suo messaggio: “La vita va sempre celebrata e amata perché è una sola anche se non è come la vorremmo“.

Articolo di Isabella Cutrupia

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