Skip to content
Facebook

William Wordsworth e la danza dei narcisi

Primavera. Il periodo in cui la natura dormiente si risveglia. Fiorisce, sboccia, si mostra al mondo e lo colora.

Nonostante sia passata qualche settimana dall’equinozio, festeggiamolo ancora omaggiando uno dei poeti più legati alla natura. Non a caso, insieme al suo amico e collega Samuel Taylor Coleridge, è ritenuto il fondatore non solo del Romanticismo, bensì anche del Naturalismo inglese. Mi riferisco al poeta britannico William Wordsworth, nato proprio nel periodo primaverile: il 7 aprile 1770.

Disilluso dai terribili avvenimenti della Rivoluzione Francese e della guerra tra Francia e Inghilterra, Wordsworth riceve nuova linfa vitale dal supporto sempreverde della sorella Dorothy, la cui sensibilità lo avvicina alla natura. Sono questi gli ingredienti che danno vita alla raccolta di poesie Lyrical Ballads: la sua opera più importante nello scenario della letteratura ottocentesca.

Coleridge contribuisce con quattro componimenti, tra cui “La ballata del vecchio marinaio”, e la prefazione diviene il manifesto del Romanticismo, rivoluzionando il linguaggio poetico inglese.

 La poesia più iconica, nonché la mia preferita, però, è I wandered lonely as a cloud, conosciuta anche come The Daffodils (“I Narcisi”). Contenuta in Poems in Two Volumes, è ispirata da una passeggiata di Wordsworth e Dorothy nel 1804 presso Glencoyne Bay, nel Lake District, in un campo pieno di narcisi, o giunchiglie.

«Arrivati nei boschi oltre Gowbarrow Park, abbiamo visto qualche giunchiglia sulla riva e abbiamo immaginato che la piccola colonia fosse nata dai semi che il lago aveva portato sulla spiaggia. Ma proseguendo ne abbiamo viste sempre di più e alla fine sotto i rami degli alberi ne abbiamo notato una lunga striscia, larga più o meno quanto una strada di campagna, che costeggiava la spiaggia. Non ho mai visto giunchiglie tanto belle: crescevano tra le pietre muschiose e tutt’intorno, certe poggiavano le corolle sulle pietre come per riposare su un cuscino, il resto si agitava, ondeggiava, danzava e pareva ridere sotto il vento che soffiava dal lago. Sembravano così allegre, sempre mutevoli, sempre sfuggenti. Il vento soffiava dritto su di loro dal lago. Qua e là si notava un viluppo e più in alto qualche pollone, ma erano così radi che non disturbavano affatto la semplicità, l’armonia e la vitalità di quella strada movimentata».

Le parole di Dorothy, che descrivono la passeggiata, sembrano andare di pari passo con i versi scritti dal fratello affascinato dal paesaggio idilliaco: entrambi raccontano delle giunchiglie che si agitano e danzano allegre, protagoniste indiscusse del poema ma che lasciano spazio ad altri elementi del panorama. Valli, colline e alberi fanno parte di un quadro movimentato dalla brezza e dalle onde del lago, che seguono le giunchiglie nella loro danza.

Come una nuvola, Wordsworth viaggia sopra le nostre teste e ci trasmette le sue sensazioni ed emozioni in un legame intimo non dissimile da quello che, secondo lui, intercorre tra natura ed essere umano. Tramite “The Daffodils” ci consiglia di osservare e prestare maggiore attenzione alle esperienze di tutti i giorni; solamente in questo modo saremo in grado di posare lo sguardo su noi stessi e conoscere i nostri sentimenti, proprio come il poeta che dopo la passeggiata, disteso sul divano, ricorda i narcisi danzanti e riconosce il sentimento provato: gioia.

Articolo di Lorenzo Lapomarda

Privacy Policy Designed using Unos. Powered by WordPress.