Ancora trenta giorni di felicità

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Ancora trenta giorni di felicità

Quando una saga termina, resta addosso a ogni lettore una sensazione vischiosa e dolceamara, come un cucchiaino di miele che ricopre qualche goccia di medicinale: è la dura consapevolezza di dover abbandonare personaggi che ci hanno accompagnato in un viaggio più lungo di quello – che può comunque essere assai intenso – di un singolo libro, un tragitto fatto sia di lettura che di pause, accompagnata però dalla gioia di aver goduto pienamente di un micro-universo narrativo.

Questo cucchiaino lo si manda giù finendo di leggere “Ancora trenta giorni di felicità” di Alessandro Nobili, edito da Edizioni Efesto nel 2022, quarto e ultimo capitolo della saga che ha per protagonista la figura carismatica di Alfredo Bronson.

Anche in questo capitolo, Bronson si ritrova immerso nell’onirico tran tran di una vita  frenetica e bohémien, un susseguirsi senza tregua di fughe e ritorni, riflessioni e scelte d’impulso, donne, sigari e musica.

Proprio la musica è un elemento fondamentale dell’opera: Alessandro Nobili ne ha infarcito il romanzo – dando sfoggio di una conoscenza del panorama rock non indifferente – per creare una colonna sonora incalzante alle vicende sregolate di Alfredo Bronson, ma con la cura di riunirle in una pratica playlist alla fine del volume per i lettori che hanno voglia di continuare vivere il romanzo anche dopo averlo finito di leggere.

Questa chicca, insieme alle fotografie che aprono ogni capitolo, rendono il libro un’opera quasi multidisciplinare, un coacervo d’arti diverse che in qualche modo restituisce l’immagine dell’anima caleidoscopica di Alfredo Bronson e, di conseguenza, dell’autore che ne è alter ego.

Al termine di questo tourbillon di emozioni, spetta al lettore scoprire se Alfredo Bronson avrà trovato la sua felicità, quella di cui chiedere ancora trenta giorni… Per poi ritrovarsi con il libro chiuso in una mano, il proprio cucchiaino di miele e medicina nell’altro, e il desiderio di poter avere ancora trenta pagine di Alfredo Bronson.

Articolo di Paolo Palladino.

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