L’isola che non c’era

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L'isola che non c'era

C’era una volta un’isola che non c’era… ma che improvvisamente esiste e si fa meta e protagonista di un viaggio che è al tempo stesso reale e metaforico, nell’omonimo romanzo di Leonardo Bonetti, “L’isola che non c’era” (Il Ramo e la Foglia Edizioni, 2021), un altro dei libri al centro della prossima Festa del Libro di Barchette di Carta ad Anagni.

Nella vita di Leo, il protagonista del romanzo, arriva un inaspettato e doloroso distacco dalla quotidianità: quella che era la sua realtà fino a poco tempo prima, infatti, improvvisamente sparisce. Questo lo spinge a intraprendere un viaggio verso un’isola che fino a poco tempo prima viveva solo tra le pagine di un libro e che adesso era emersa dalle profondità del mare di Sicilia.

L’isola, un luogo paradisiaco dai caratteristici tratti mediterranei che solo in pochi possono godere di abitare, si professa terra della lotta all’ingiustizia e, soprattutto, culla di uguaglianza: si tratta a tutti gli effetti di un’isola felice che si profila agli occhi del lettore come una realtà sospesa tra sogno e utopia. Ben presto, però, iniziano a emergere delle impercettibili crepe sulla superficie delle apparenze che suggeriscono un’incoerenza di fondo nella sua natura, instillando un sottilissimo e intermittente dubbio sia in Leo che nel lettore.

Il viaggio di Leo e la sua esperienza sull’isola sono metafora di un ricco viaggio interiore alla scoperta di una nuova concezione di sé. Ma il viaggio sull’isola che non c’era, in realtà, si prospetta soprattutto metafora del processo creativo, dall’ispirazione alla creazione concreta, un processo che condivide con questo romanzo il costante rischio che l’immaginazione prenda il sopravvento sulla realtà. E così come il viaggio si fa specchio del processo creativo, allo stesso modo l’isola, che emerge improvvisamente e inaspettatamente dagli abissi marini e diventa realtà concreta, diventa allegoria dell’idea e della creazione finita, poiché, come uno dei personaggi suggerisce a Leo, l’isola «è un posto dove restare […]; che sia un’isola o un’idea, fa lo stesso. Un luogo, comunque, da sperimentare fino in fondo». Vivere l’isola, dunque, è riflesso del vivere un’idea, abitandola. E il lettore è chiamato a viaggiare verso di essa e abitarla al pari del protagonista, proiettando una luce su angoli inesplorati.

Barchette di Carta vi dà appuntamento a sabato 20 gennaio per dialogare insieme a Leonardo Bonetti su “L’isola che non c’era”: sarà l’occasione per esplorare e far emergere l’isola inespressa che si nasconde in ciascuno di noi.

Articolo di Giulia Bocchetti

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