Eccellenze dal Territorio: Castel Giuliano (Bracciano)

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Bentrovati in questo nuovo spazio, qui su Barchette di Carta.

Questa nuova rubrica avrà l’onore e soprattutto il piacere (da parte di chi scrive e speriamo anche da parte di chi legge) di (ri)scoprire alcuni tra i luoghi più affascinanti del nostro territorio. Che siano boschi, palazzi storici, monumenti naturali, fontane o castelli noi ve li presenteremo con amore e rispetto.

Ci auguriamo che possiate apprezzare.

Castel Giuliano

Oggi faremo una passeggiata in campagna, verso il borgo di Castel Giuliano, che fisicamente dista solo 7 km da Bracciano, ma che mentalmente ci porta indietro nel tempo di diversi decenni.

Il parco secolare di Castel Giuliano, antico insediamento etrusco e romano, si trova in una zona tra i Monti della Tolfa e i Colli Ceriti.

Il castello è stato di proprietà dei Venturini durante il medioevo, è poi passato agli Orsini ed infine è stato un marchesato appartenuto ai Patrizi Chigi Montoro sino al 1750, anno in cui passa nelle mani dei Patrizi Naro Montoro.

E forse non tutti sanno che uno dei più grandi e famosi roseti privati d’Italia si trova proprio a Palazzo Patrizi.

La chiesa gentilizia all’interno del castello è stata eretta nel 1660 e dedicata a San Filippo Neri, a cui era devoto il marchese Patrizio Patrizi di Giovanni. Viene restaurata nel Settecento e presenta 5 altari, dipinti e stucchi e si affaccia su un cortile ricco di verde.

Durante gli anni Cinquanta la famiglia Patrizi cede parte dei terreni intorno le mura del castello al fine di far costruire una nuova chiesa, sempre intitolata a San Filippo Neri. La nuova chiesa viene consacrata il 15 maggio del 1955 e si affaccia su piazza Santa Croce.

Le abitazioni del borgo, tra la nuova chiesa e palazzo Patrizi, presentano una planimetria tipica del Seicento, con filari di case a due piani.

Nel borgo di Castel Giuliano si trova anche un’altra, piccolissima chiesa, inizialmente dedicata alla Santa Croce ed oggi nota come chiesa di San Rocco. Fatta costruire dai Patrizi nel 1683, a partire dagli inizi del Novecento è divenuta la cappella del cimitero che si sviluppa alle sue spalle.

Questo per quanto riguarda le bellezze create dall’uomo. Se volete ammirare anche delle meraviglie naturali potete scendere da piazza Santa Croce ed incamminarvi sul percorso che porta alle cascate. Lungo un tragitto di circa 13 km che conduce sino alla necropoli della Banditaccia di Cerveteri (sito Unesco) potrete ammirare 5 cascate e numerosi laghetti, frutto dell’attività vulcanica dei Monti Sabatini.

Si inizia a scendere e si passa per il fosso della Mola; si superano i resti di un ponte ottocentesco e si arriva alla Cascata Superiore, la più alta, con i suoi 30 metri di salto. Si prosegue lungo il torrente delle Ferriere che fino al secolo scorso ospitava numerosi opifici di cui è ancora possibile rinvenire le tracce e si arriva alla Cascata Inferiore o cascata Braccio di Mare. Se siete avventurosi potete raggiungere la più impervia, la Cascata dell’Arenile. Dopo il torrente, alla confluenza con il Fosso Vaccinella, troverete la Cascata del Moro o Cascata Vaccinello. Se invece si sceglie di passare per il fosso di Monte La Guardia si arriva alla cascata dell’Ospedaletto.

Alla prossima!

Articolo a cura di Monia Guredda

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Foto di Sabrina Martin

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