Viaggio in Occidente di Alessandro Ragno

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Viaggio in Occidente di Alessandro Ragno

Viaggio in Occidente, o Xiyou ji 西游记, è un romanzo cinese del XVI secolo attribuito al poeta e romanziere Wu Cheng’en, sebbene pubblicato anonimamente, e considerato uno dei quattro grandi romanzi classici della letteratura cinese. L’opera racconta le avventure e disavventure di Xuanzang, un monaco cinese con il compito di recarsi in India e portare i testi sacri buddhisti in Cina, scortato da quattro pellegrini stravaganti e con poteri soprannaturali: Sun Wukong 孙悟空, un macaco astuto e dal carattere ribelle, Zhu Bajie 猪八戒, un grosso maiale paffuto e scansafatiche, Sha Seng 沙僧, un mostro fluviale devoto e umile, e un drago trasformato in un cavallo bianco.

Nel corso della narrazione, i pellegrini affrontano una crisi dopo l’altra tra orchi, demoni, spiriti e mostri dalle forme più svariate, tutti decisi a rapire e divorare il monaco cinese con l’obiettivo di raggiungere l’immortalità. Questo perché Xuanzang fu Jin Chan (“Cicala d’Oro”) era un discepolo del Buddha, punito in una vita precedente con dieci reincarnazioni sulla terra per essersi addormentato durante la lettura di un sutra. Da qui, ogni ostacolo lungo il viaggio funge da prova per poter tornare alla destra del Buddha.

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Nonostante i secoli trascorsi e la distanza culturale, questo romanzo continua a esercitare un grande fascino nel mondo di oggi, ispirando numerose opere letterarie e cinematografiche, e influenzando profondamente la cultura popolare, dai manga ai film e alle serie TV. Il personaggio ad aver riscosso il maggior successo è senza alcun dubbio Sun Wukong, figura centrale di Dragon Ball di Akira Toriyama, e del videogioco Black Myth: Wukong, ma se ne potrebbero elencare molti altri…

Sun Wukong, o “Consapevole della Vacuità”, è il discepolo più importante a cui il romanzo dedica i primi sette capitoli. Nato da un masso intriso di energie celesti, acquisisce poteri straordinari grazie alla pratica taoista e osa sfidare l’Imperatore di Giada (la massima divinità taoista) e il suo esercito celeste, ma ne esce sconfitto e rinchiuso alle pendici di una montagna. Solo dopo cinquecento anni gli viene offerta la possibilità di riscattarsi nei panni di un monaco buddhista. Al termine di questo percorso, raggiunge l’illuminazione divenendo egli stesso un Buddha.

Ma perché una scimmia? Animale fra i dodici dello zodiaco cinese, la scimmia è associata all’astuzia, alla curiosità, all’intelligenza e all’imprevedibilità: tutte caratteristiche incarnate da Wukong. E perché proprio un macaco? Nel corso del viaggio viene più volte messa in discussione la sua natura scimmiesca: viene chiamato demone e paragonato persino a un granchio, ma la sua natura è dettata anche da scelte esterne alla narrazione, un “piccolo errore” che ha plasmato una delle immagini più iconiche della letteratura cinese.

“Scimmia di Pietra”, “Grande Santo Pari al Cielo” e “Sun Wukong” sono solo alcuni dei nomi con cui verrà chiamato: ognuno di essi corrisponde a una fase specifica della sua vita, ma nulla è mai stato detto sulle sue origini mitologiche. C’è chi dice che derivi da un mostro marino cinese, chi nota delle similitudini con Hanuman dell’epopea induista Ramayana, e chi unisce entrambe le teorie, ma forse, come ogni leggenda che si rispetti, la sua origine rimarrà per sempre avvolta nel mistero.

Articolo a cura di Alessandro Ragno.

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